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“… l’esecuzione pianistica, portata a termine con grandissimo successo di pubblico da Monica Leone, con grande intelligenza musicale e perfetto dominio tecnico, ha riproposto all’ammirazione di quanti l’hanno ascoltata nel Salone Brunelleschi tutto l’indicibile fascino e la forza inventiva delle Variazioni Goldberg (…). E Bach emergeva anche in tutta la sua forza profetica, quasi come uno sbalorditivo apripista del pianismo di Beethoven e Brahms”. (L. Pinzauti)

“… Il punto più alto toccato dalla pianista è arrivato però con la Sarabanda (var. 25), in cui la complessità strutturale delle progressioni armoniche è stata evidenziata con un sapientissimo soffermarsi sui passaggi chiave, colorando contemporaneamente la melodia con una cantabilità che ci avvicina al Mozart degli ultimi concerti per pianoforte e orchestra. Infine va sottolineato il brio da inno con cui è stato eseguito il Quodlibet finale (var. 30) (…)”. (S. Iacoviello)

“Al termine degli 85 minuti ininterrotti di musica pianistica, nel salone chigiano si è sentito esclamare: “È stata meravigliosa!” . La spontanea manifestazione era diretta a Monica Leone che ha suonato l’“Aria con 30 variazioni Goldberg” di Bach destando incondizionata ammirazione (…). Alla fine una lunga ovazione segnava l’elogio alla favolosa pianista: un complimento più che meritato…”. (A. Botarelli)

“… Si siede al pianoforte come chi si avvicina ad un’esperienza meditativa; si raccoglie – o forse aspetta che l’ultimo tossicchio sia finito? Allieva, come spiegammo per esteso in altro articolo, di allievi del grande Maestro napoletano Vincenzo Vitale, Monica mette le mani sul pianoforte come Vitale insegnò, in uno stato di assoluto rilasciamento fisico e mentale; dove il fatto fisico viene messo al servizio del fatto spirituale (…). Pianista antistar, dove tutto tende a servire la musica, e dove l’intensità di concentrazione risulta in una straordinaria intensità d’effetto. Assente ogni showmanship, e gli altri orpelli con cui altri virtuosi delle nuove generazioni si creano una personalità (…)”. (P. Totaro)

“… Tout le monde était fasciné par la performance de la pianiste Monica Leone. Començant à un train de sénateur, celle-ci gagna en intensité, en virtuosité, en panache, au fur et à mesure qu’elle avançait dans le variations. Elle le jouait par cœur, ce qui ajoutait à la valeur de son exploit. Embellie par l’effort, elle finit en apothéose, suscitant des bravos de l’ensemble de l’assistance (…)”. (Nice Matin)

“… Leone drew the phrases out, elongating them and introducing a tone nuanced expressiveness (…)”. (P. McCallum)

“… L’esecuzione delle Goldberg al Conservatorio è stata di gran lunga la migliore che questo cronista abbia sentito in Australia, per profondità di interpretazione, perfezione stilistica, comunicabilità, ma soprattutto per la suprema onestà di un’artista che non fa compromessi ai fini dell’effetto mostrando fiducia nelle capacità del pubblico di comprendere la musica com’è (…)”. (P. Totaro)

“… Monica Leone, pianista capace di delicate finezze…”. (F. Ermini Polacci)

“… È quella che si è ascoltata al Comunale (di Vicenza), occasione per apprezzare il tocco nitido e pronto di Monica Leone…”. (C. Galla)

“… Solista d’eccezione: tecnica portentosa e sensibilità non comune hanno caratterizzato un’esecuzione pianistica (del Concerto op. 58 di Beethoven) tutta giocata sui chiaroscuri…”. (F. Greco)